Periodico di attualità, politica e cultura meridionalista

martedì 28 febbraio 2012

Sta arrivando il quarto numero de "il Giornale del Sud"



NAPOLI - E' in arrivo il quarto numero de "il Giornale del Sud", il mensile di attualità, politica e cultura meridionalista. In questo numero si affronterà la questione delle carceri meridionali (di ieri e di oggi!). Occhio fermo anche al Mediterraneo con l'evoluzione della crisi greca e il mortificante accordo commerciale siglato tra Unione Europea e Marocco. Accordo, quest'ultimo, che danneggia l'agricoltura del Sud e costituisce una risposta politica alla protesta dei forconi siciliani. Non saranno dimenticati gli ultimi scandali della sanità, i provvedimenti del Governo pugliese per far pagare meno l'acqua pubblica e, note di colore, i successi dell'avvocatura pugliese a Roma e le ultime fiction della Rai sulla storia meridionale. Tutto questo, ovviamente, solo sul Giornale del Sud!

c.s.

"il Giornale del Sud" nella squadra delle edizionidellarocca


NAPOLI - Dal mese di febbraio 2012 la testata “il Giornale del Sud” è entrata nella squadra delle “edizionidellarocca”, cooperativa giornalistica e casa editrice che da ora innanzi editerà il prodotto. La linea editoriale del periodico non risentirà del cambiamento e l’indirizzo del giornale sarà sempre volto all’informazione corretta per dare spazio e voce al nostro amato Sud. L’esordio ufficiale della giovane casa editrice è avvenuto in occasione della visita del ministro dell’Istruzione Francesco Profumo a Caserta. Durante l’incontro che il Ministro ha avuto con gli alunni delle scuole casertane gli è stato consegnato il primo volume editato dalle edizionidellarocca. Il libro, che raccoglie una serie di racconti scritti dagli alunni del Liceo  Manzoni di Caserta, ha titolo “viziopeccatoreato” perché costituisce un percorso ideale che dal vizio al reato in quanto la volontà degli autori è quella di interpretare alcune componenti dell’argomento legalità. Tema che sta molto a cuore sia alla scuola che alla casa editrice. A curare il volume il Dirigente Scolastico Adele Vairo. L’esordio è, come si dice spesso in questi casi, col "botto" ed è solo un’anticipazione del lungo lavoro che riserverà il futuro. Di “viziopeccatoreato”, che sarà disponibile al pubblico a partire dal 12 marzo, se ne darà notizia in seguito.

La redazione

mercoledì 22 febbraio 2012

Profumo a Caserta. Dalle scuole un "vento" di legalità!

Il ministro Profumo e il Sindaco di Caserta, Pio Del Gaudio (Foto da http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/caserta/)

CASERTA - La voglia è quella di andare avanti, di lasciarsi alle spalle tutto il male della nostra terra e mettere in mostra il bello, la speranza di una provincia che non vuole essere più solo terra di camorra. E’ questo quanto emerso dall’incontro che il Ministro dell’Istruzione Francesco Profumo ha avuto ieri con i ragazzi delle migliori scuole di Terra di Lavoro, appositamente selezionate dall’Ufficio Scolastico Provinciale per l’impegno e la passione con cui, da anni, si dedicano al delicato tema della legalità. A presenziare all’evento oltre 200 ragazzi iscritti alle scuole di tutta la provincia come il Liceo Manzoni e il Tecnico Mattei di Caserta, l’I.T.C. di Orta di Atella, i Licei della Fondazione Villaggio dei Ragazzi di Maddaloni, il Nifo di Sessa Aurunca e l’artistico di Aversa. Fiducia, coraggio, passione queste le parole che più di tutte sono risuonate nella splendida cornice della Cappella Palatina della Reggia di Caserta che ha fatto da scenario alla visita ufficiale del Ministro a testimonianza, come ha ricordato il direttore dell’Usp Piscitelli, di un grande passato che deve essere di esempio e di aiuto per sostenere un presente difficile. A condurre i lavori e a presentare le diverse scuole presenti è stato il giovane alunno del Manzoni di Caserta in qualità di presidente della Consulta Provinciale degli Studenti Fabrizio Arnone. Il Ministro non ha detto molto mentre ha preferito ascoltare i ragazzi e rispondere alle loro domande e curiosità. Per niente scostante e attento alle curiosità dei ragazzi, il Ministro ha lasciato il suo posto al tavolo per stare accanto ai ragazzi a cui ha stretto la mano e ha fornito le proprie risposte. Esigenza più sentita quella del futuro, il futuro della scuola, gli insegnamenti importanti e il problema dell'inserimento dei giovanissimi nel mondo del lavoro. Profumo pare aver compreso le difficoltà oggettive della scuola italiana e pare conscio del fatto che la scuola meridionale soffre di più a causa dei fenomeni delinquenziali. Non soltanto un problema di bullismo. Il nocciolo della questione è quello di saper affrontare questi fenomeni instaurando una cultura della legalità che non sia fatta soltanto di parole ma anche, e soprattutto di fatti. Allora la legalità diventa modo di vivere e la scuola può fare tantissimo, tenendo occupati in attività positive i ragazzi sempre meno presenti in strada. Lo hanno dimostrato i ragazzi del Manzoni, rappresentati dalla band del Liceo che ha intonato il brano “Radiocamorra” scritto dalla tutor d’aula Angelica Del Vecchio, e musicato dai ragazzi (operazione frutto della sinergia con un’altra scuola del capoluogo, la Ruggiero) che ha fatto da colonna sonora alla manifestazione. Accanto alla battaglia di cultura, quella politica. Con i provvedimenti e le leggi che servono a prevenire e tutelare. In quest’ottica è da inquadrare la firma del protocollo d’intesa tra il Comune di Caserta e il Ministero dell’Istruzione sull’uso di un appartamento al centro della città che era di proprietà di un imprenditore organico al clan dei Casalesi. Il bene confiscato è stato così destinato a diventare un osservatorio a favore dei giovani con disagi sociali (soprattutto le vittime di bullismo e dispersione scolastica). All’inaugurazione del nuovo centro erano presenti oltre al Ministro Profumo e al Sindaco di Caserta, Pio Del Gaudio, l’imprenditrice Milly Moratti, responsabile dell’associazione ChiAma Milano (che ha già avviato in Lombardia altri progetti del genere). All’inaugurazione del centro i ragazzi di Marcianise hanno omaggiato il Ministro di uno stemma Borbonico su sfondo azzurro, simbolo del Sud. La battaglia culturale, unitamente a quella politico - burocratica esercitata dallo Stato nella sua duplice modalità di espressione di repressione (arresti e sequestri) e stimolo alla crescita del territorio (utilizzo corretto degli stessi beni sequestrati), può rappresentare la strada da seguire per il ritorno alla normalità per il nostro territorio. Inutile dire che lo sforzo del Ministero dell’Istruzione è inteso a stimolare la battaglia legalitaria nelle scuole in tutto il Paese. Prossima tappa della battaglia studentesca per la legalità, come ricordato dal presidente della consulta Arnone, sarà a Palermo a maggio, durante la celebrazione in ricordo dei giudici Paolo Borsellino e Giovanni Falcone.

Fausto di Lorenzo

Di seguito le immagini della manifestazione alla Cappella Palatina della Reggia di Caserta (foto Rinaldi)











sabato 11 febbraio 2012

L'EDITORIALE/ La Grecia doveva fare come l'Italia: cancellare la democrazia! (lo dice il Corriere della Sera)


NAPOLI - Vedi alla voce D. Democrazia: 1 forma di governo che assicura l'uguaglianza e la libertà di tutti i cittadini i quali esercitano il potere direttamente o per mezzo dei rappresentanti eletti da loro stessi. 2 paese o insieme di paesi con ordinamenti democratici: le democrazie occidentali. Fin qui il dizionario. Da qui la realtà pratica, profondamente diversa dalla teoria linguistica conservata in un freddo dizionario. Quanto sta accadendo in Grecia ce lo dimostra. Come il nostro giornale aveva ampiamente anticipato e segnalato (come sempre nell'indifferenza della stampa di regime che dava per certo l'accordo tra i partiti politici ellenici) il governo dell'ex vicepresidente della Bce (voluto dal quartetto "Cetra - Ue" Sarkozy - Merkel - Draghi - Lagarde) Lucas Papademos è ormai destinato a scomparire per lasciare spazio all'agonia di un paese sconsiderato e assassinato. Sconsiderato perchè la classe politica greca ha magistralmente ritoccato i conti pubblici in più occasioni per motivi cretini, come il prestigio di ospitare le Olimpiadi (le quali non hanno poi portato la ricchezza e lo sviluppo pronosticato). Assassinato perchè il progressivo indebitamento di Atene è stato voluto e guidato dai governi di Francia e Germania ormai controllati dalle banche d'affari dei rispettivi paesi. Al debito iniziale si è sommato l'elevato interesse. Agli interessi astronomici si sono poi sommati gli aiuti comunitari, imposti da Bruxelles a costo di enormi sacrifici per il popolo greco, per ripagare gli interessi sugli interessi. Il gioco è durato poco. In meno di dieci anni la Grecia è finita nel baratro e l'Unione Europea la seguirà nella palude (finalmente!). Oggi alle notizie in arrivo da Atene, dove sono cominciati gli scioperi generali e le proteste di piazza, si è aggiunta una perla tutta italiana lanciata in pompa magna dal corrispondente del Corriere della Sera, Antonio Ferrari. Modenese noto ai più per le sue interviste ai grandi dell'est sovietico e poi del medio oriente, dopo anni passati a seguire la cronaca degli anni di piombo, oggi Ferrari trasmette i suoi interventi sul sito del Corriere della Sera sotto forma di video editoriale. L'ultimo è abbastanza sinistro ma, bisogna riconoscerlo alquanto veritiero. Analizza la crisi greca e rimprovera Papademos, fantoccio della Bce ad Atene, di aver voluto fare il democratico. Pensate un pò. Papademos ha voluto fare il democratico coinvolgendo i partiti greci (il Pasok socialista, i conservatori e il Laos nazionalista) nel Governo concedendo a destra e a manca ministeri e segretariati di stato. Invece no. Papademos, secondo Ferrari, ha sbagliato tutto. Avrebbe dovuto prendere il toro per le corna. Avrebbe dovuto mettere fuori gioco i partiti. Stando al dizionario nella sua dizione di democrazia rappresentativa, avrebbe dovuto porre una pietra tombale alla democrazia greca. Insomma, secondo Ferrari, avrebbe dovuto seguire un illustre esempio. Avrebbe dovuto fare come Monti! Udite, udite. Forse per lapsus freudiano dell'editorialista, forse per distrazione della redazione, finalmente anche dal Corriere della Sera è arrivata la verità: in Italia la democrazia (qualora ce ne fosse mai stata una) è morta!!! Monti ha fatto fuori i partiti e il suo Governo di tecnici voluto, sostenuto e alimentato dal comportamento sconsiderato del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano (un democratico, per l'appunto!) ha distrutto quello che restava della democrazia. Adesso, voi che avete scoperto la verità (pur così evidente) e avete squarciato il velo di Maya, uscite fuori dalle vostre case, affacciatevi alle finestre, telefonate agli amici e gridate a tutti la verità. La verità che prima o poi doveva venire a galla. Il momento è finalmente arrivato. Deo gratias. E non è finita qui. Ferrari, forse in un delirio di verità compressa, chiama finalmente per nome l'asse franco - tedesco: troika! La troika nell'Urrs staliniana era un comitato ristretto formato da un esponente dell'Nkvd (servizi segreti), da un giudice e da un dirigente del partito comunista, chiamato a reprimere i dissidenti comminando in modo arbitrario le sentenze di prigionia e anche di morte. Allora forza, comunicate a tutti che l'eurocrazia sta per finire una volta per sempre e che il colpo mortale arriverà proprio dalla Grecia. Cinque ministri sono usciti dal Governo Papademos, il Pasok, partito di maggioranza, è spaccato, i nazionalisti sono già fuori dal governo. Domenica Papademos dovrà tornare in Parlamento per prepararsi ad un voto che, entro mercoledì, dovrà accogliere o meno l'ultima ondata di fango partita da Bruxelles e mascherata sotto forma di "aiuti". Nessun partito vuole imporre altre lacrime e altro sangue, consapevoli che la corda è troppo tesa. La Merkel ha già lanciato l'allarme: "Se cade Papademos, la Grecia fallisce e le conseguenze sarebbero incontrollabili". E' falso. La strada è tracciata. Se Atene è insolvente, la Deutsche Bank e la Dexa, principali creditrici del governo greco dovranno essere salvate da Sarkozy e dalla Merkel. Per salvarle occorreranno ingenti capitali pubblici che, per via delle norme Ue sulla concorrenza, non potranno essere erogate. Allora Parigi e Berlino dovranno uscire dall'Unione Europea per salvare i loro Paesi dall'ingordigia dei propri banchieri e in tutto il vecchio continente sarà LIBERTA' dal dio denaro e dagli sporchi banchieri. Torneremo liberi dall'oppressione dei tecnici e dei burocrati. La culla della civiltà occidentale può ancora salvare tutti noi. Per questo nei prossimi giorni continueremo a tifare: Forza Grecia!

Roberto Della Rocca

martedì 7 febbraio 2012

"Med & Cult" e "il Giornale del Sud", all'Una Hotel (Napoli) si parla di Sud e informazione

Di seguito pubblichiamo il comunicato diramato dall'associazione "Med & Cult project development" sull'incontro organizzato a Napoli per il 14 febbraio.

NAPOLI - Martedì 14 Febbraio siete tutti invitati all'Incontro organizzato dalla Med & Cult project development, e che si terrà dalle 18,30 alle 20,30 presso l'Una Hotel sito in Piazza Garibaldi. L'evento intende presentare le iniziative in programma per l'anno 2012 dell'Associazione, ed in questa occasione propone un tavolo di riflessione sulla tematica "Sud ed informazione", la partecipazione alla discussione è libera e non programmata, per intervenire basta segnalarlo sull'apposito registro a disposizione degli intervenuti all'Incontro, spunti per la discussione finora a noi pervenuti come di interesse particolare sono il Sud del Mediterraneo, e il Movimento dei forconi, la serata sarà moderata dalla presidente della Med & Cult Marina Lebro e da Roberto Della Rocca, direttore de "Il giornale del Sud", nuovo mensile di informazione ed approfondimento. La collaborazione di questo Incontro tra la Med & Cult ed "Il Giornale del Sud" vuole essere solo la prima occasione di una proficua e duratura collaborazione, 
vi invitiamo a partecipare numerosi.

lunedì 6 febbraio 2012

Il gran rifiuto di Atene e la minaccia franco-tedesca

La riunione del Gran Rifiuto. Da sinistra il leader di Laos (partito nazionalista) Georges Karatzaferis, il capo di Nea Dimocratia (conservatori) Antonis Samaras, il premier Lucas Papademos e il leader del Pasok (laburisti) George Papandreou
 
ATENE - Nell’era di Facebook la creatività si è diffusa (purtroppo, in molti casi, anche la “cretineria”) a macchia d’olio. Gira su internet in questi giorni una mappa geografica che mostra i confini dell’Unione Europea accanto ad una seconda che ci ricorda l’estensione del Reich hitleriano all’apice delle conquiste militari, nell’estate del 1941. E’ partito il turbinio solito dei commenti e delle dispute storiche e politiche, che, come spesso accade, sono finite in altri campi e settori completamente estranei alla questione di partenza. La questione di lana caprina ci consente però di riprendere il tema lanciato più volte dal nostro giornale, sia in rete che nella versione cartacea, vale a dire quello del dominio europeo sulle volontà nazionali e sui poteri statali. Particolarmente forte è la prepotenza del cosiddetto asse franco-tedesco che costituisce il “Roy soleil” attorno cui tutta l’Europa gira. Tutto è rimesso, ormai, alla volontà dell’asse Merkel Sarkozy (avete notato che l'onnipotente Barroso è scomparso dalla scena?) che sono costretti a tenere conto, sempre e comunque, delle posizioni di un’altra coppia del firmamento internazionale, quella costituita dal Presidente della Bce Mario Draghi e dalla Presidente del Fondo Monetario Internazionale, Christine Lagarde. Ma come spesso avviene, il popolo bue tace silente, preferisce non guardare e catalizza l’attenzione su quello che le armi di distrazione di massa vogliono mostrare a tutti i costi. La Costa Concordia e la moldava di capitan Schettino, la repressione spietate di Assad, le proteste del popolo russo contro Putin (attenzione alle 20mila persone scese in strada a Mosca che diventano 150mila e che si pretende rappresentino tutti i 145 milioni di russi) per finire ai nuovi amorazzi dei vip e ai soliti scandali alla neve e al sole. La colpa è del popolo. Ce lo hanno insegnato i fratelli siciliani che hanno paralizzato l’Italia dimostrando, viva Dio, che il popolo non è una astrazione sociale. Che le persone non sono portafogli. Che il dio Denaro non prevarrà sulla pelle dei poveri cristi. Fatto che sta passando inosservato è l’evolversi della situazione greca. In Grecia Papademos è in gravi difficoltà. Il sicario del quartetto europeo (Sarkozy-Merkel-Draghi-Lagarde) non sarà più spalleggiato dai partiti di Atene che si sono detti decisi a porre fine allo stritolamento del popolo greco. 

Il quartetto europeo

Non per atto di carità cristiana o ortodossa ma per semplice fiuto politico. La corda troppo tesa si spezza e ad Atene i cittadini stanno affilando forbici e coltelli per tagliare il filo della pace sociale già compromessa dai provvedimenti dei mesi passati, dalle dure repressioni della polizia europea (piombata non si sa come e non si sa perché in Grecia per non meglio precisate iniziative di tutela dei confini del dominio franco-tedesco) e dalla crisi galoppante in termini economici e sociali. Antonis Samaras, leader del partito conservatore e Georges Karatzaferis, a capo del partito nazionalista, hanno annunciato di non voler più sostenere il regime di Papademos e George Papandreou, sostenuto da tutti i laburisti, ha annunciato di voler seguire l’esempio dei “competitor-alleati” del governo tecnico. Secondo i politici ulteriori lacrime e ulteriori prelievi potrebbero portare ad una nuova violenta rivoluzione che potrebbe diffondersi a macchia d’olio in tutti gli altri paesi dell’Unione. Il “povero” Papademos, uomo di paglia e utile idiota del quartetto Ue-Bce-Fmi, aveva annunciato un nuovo provvedimento di larghi sacrifici per il popolo greco parlando di accordo tra i partiti che si sono subito affrettati a smentire il Premier e a denunciare il fallimento del modello greco imposto da Bruxelles (fotocopia di quello che si sta imponendo in Italia tra le acclamazioni del maledetto popolo italiano che è il più bue di tutta l’Europa e che si merita di soccombere per la sua stupidità). 

Anonimo moderno: "Il popolo italiano"

A quel punto, sbugiardato a mezzo stampa dai suoi sostenitori politici, Lucas Papademos ha fatto l’unica cosa che avrebbe potuto fare. Dimissioni? Nemmeno a pensarci. Ha preso il telefono e si è messo a “piangere” con i suoi tutori, vale a dire con Draghi e la Lagarde per chiedere sostegno immediato. La risposta è stata negativa. Il finto aiuto da 130 miliardi di euro (finto perché sono soldi destinati a finire nelle casse delle banche franco – tedesche che detengono ampie fette del debito pubblico greco e che strangolano il popolo greco con gli interessi da strozzinaggio internazionale) promesso dalla Bce non potrà essere erogato. Della questione, su cui si decide la sopravvivenza della Grecia nell’Ue e l’esistenza stessa del modello europeo di risoluzione alla crisi (modello che ha portato all’egemonia della Bce e ai governi fantoccio di Papademos e Monti), si sono sentiti investiti direttamente Sarkozy e la Merkel che in queste ore si incontreranno in un nuovo vertice franco-tedesco, direttorio bilaterale che regge l’Europa in spregio dei trattati e delle consuetudini comunitarie. I terribili due sono chiamati a risolvere la politica greca. Allora la domanda sorge spontanea. Che ne è della volontà popolare? E della finta democrazia che da 70 anni abbiamo la presunzione di voler difendere ed esportare in giro per il mondo? Sono due astrazioni, calpestate dagli euro della Bce e dai cingoli dell’asse franco-tedesco padrone dell’Europa.

Paolo Luna

mercoledì 1 febbraio 2012

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red. abb.