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mercoledì 1 agosto 2012

Il ritorno di De Magistris-barricadero. Querela Realfonzo e annuncia la rivoluzione arancione...


NAPOLI – Due annunci shock nel giro di poche ore. Troppo per il primo cittadino di Napoli che ha parlato alla stampa avvisando il suo ex assessore Riccardo Realfonzo e il suo leader Antonio Di Pietro. Al primo l’annuncio di una querela, al secondo un avviso di sfratto. Andiamo per gradi. Riccardo Realfonzo, è stato per diversi mesi assessore al Bilancio nonché amico personale del primo cittadino. Dopo il suo allontanamento dalla carica il silenzio poi, come nella migliore tradizione, i panni sporchi sono stati portati in piazza, in particolare sulle pagine online del Fatto Quotidiano che ha titolato “Populismo e passerelle, così de Magistris ha tradito la rivoluzione arancione”. Troppo per il Sindaco che ha dato mandato ai suoi avvocati di sporgere querela per diffamazione. Cifra richiesta? Un milione di euro. Secondo il Sindaco si tratta di una lunga serie di falsità. Ma cosa ha detto Realfonso. Si è tolto “soltanto” qualche macigno dalle scarpe. Secondo il suo ex amico assessore Re Luigi si è dedicato soltanto ai grandi eventi e ha rinunciato a risolvere i veri problemi della città, quelli che avevano spinto la maggioranza dei napoletani ad eleggerlo. Ma non è solo una questione di rivoluzione tradita. Il problema è ben più grave visto che Realfonzo gestiva un settore, di questi tempi, delicatissimo, quello del Bilancio. La ricetta dell’assessore discordava da quella del Sindaco e, questo, fin da subito. Per Realfonzo bisognava dichiarare subito dissesto o avviare una politica di ferrea austerità. De Magistris non ha voluto il dissesto ma, per l’amico di un tempo, non ha voluto applicare le norme di austerità necessari. Tra i provvedimenti boicottati o bocciati da De Magistris, secondo Realfonzo, la richiesta di una task force anti evasione, la ristrutturazione degli uffici comunali e la dismissione delle società partecipate fonte di sprechi e disservizi. Un dibattito serrato che si è presto trasformato in una dura lotta che è andata avanti fino a che il Sindaco non ha sfiduciato il suo assessore, cacciandolo dalla Giunta. Dopo l’intervista la querela con una precisazione decisa da parte di De Magistris. “E tutto falso, se fosse vero come mai Realfonzo ha aspettato il licenziamento invece di andarsene e denunciare tutto il mal governo di Napoli?”. Una domanda a cui Realfonzo avrà modo di rispondere nel tempo in cui si dibatterà della causa di diffamazione. Nel frattempo, profittando della situazione, De Magistris ha messo in guardia Giuseppe Narducci, altro assessore fuoriuscito recentemente. Il primo cittadino ha sostenuto che Narducci ha lasciato spontaneamente e non per sfiducia del Sindaco. Una precisazione che sa tanto come di avviso a non esagerare con le dichiarazioni sulla stampa. Come se non bastasse, a distanza di poche ore, il secondo annuncio importante, quello diretto al suo leader. Le liste arancioni si faranno, una in ogni città d’Italia, questo l’intento del primo cittadino di Napoli. Lo ha riferito in una lunga intervista rilasciata al Corriere del Mezzogiorno dove ha parlato di tutti i principali problemi della città. Il movimento arancione si farà per evitare l’esplosione della rabbia popolare nel prossimo autunno che il Sindaco prevede sarà “caldo”. Una eventualità che non è da escludere ma sarà difficile che il movimento arancione potrà “evitare” la rivoluzione o le rivolte che saranno causate dagli ultimi anni di malgoverno di questo paese. Senza considerare il problema del collocamento politico della lista. Antonio Di Pietro, patron dell’Italia dei Valori, è stato, proprio in queste ore, abbandonato dall’alleato in pectore Nichi Vendola che gli ha preferito l’Udc di Casini. Adesso il suo principale competitor interno annuncia la nascita di un proprio movimento, senza considerare che potrebbe trovare il sostegno di altri Sindaci, primo tra tutti il rieletto Leoluca Orlando di Palermo. Una mossa che Di Pietro deve tenere sotto controllo. Il movimento arancione non potrà spaccare in due l’Idv altrimenti Di Pietro rischia di restare fuori dai giochi. A questo punto bisognerà vedere se De Magistris si accontenterà di fondare un movimento per le amministrative e aggregare i suoi sostenitori sotto il gabbiano dell’Idv. Sul punto il Sindaco non ha chiarito e sicuramente su questo ci sarà battaglia prima del caldo autunno che ci aspetta.

FAUSTO DI LORENZO

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