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mercoledì 4 luglio 2012

Alleanze, Vendola e Di Pietro mettono "al muro" Bersani


BARI – Tutti i nodi stanno per venire al pettine nel centrosinistra dove, Antonio Di Pietro e Nichi Vendola hanno cominciato l’assedio al Partito Democratico. Una battaglia politica che, presumibilmente, andrà avanti tutta l’estate e si trascinerà fino all’autunno quando, con lo scioglimento delle Camere, Pierluigi Bersani, o chi guiderà il Pd dopo le primarie, dovrà decidere con quale coalizione presentarsi alle elezioni. Una scelta su cui rischiano di naufragare le speranze dei democratici di arrivare al Governo allontanando lo spettro del Movimento 5 Stelle che, nei sondaggi, resiste saldamente al secondo posto. Il neonato asse tra Italia dei Valori e Sinistra Ecologia e Libertà punta a far fuori l’Udc di Pierferdinando Casini che, con le sue posizioni moderate e democristiane, mal si concilia agli eccessi di Di Pietro e al riformismo rosso di Vendola. L’ultimatum che i due leader hanno lanciato al Pd è chiaro: mai con Casini. A dividere i tre partiti, innanzitutto, è il recente passato politico. “Per 15 anni – è stato il ragionamento di Vendola – Casini ha fatto da spalla a Berlusconi, governando con il centrodestra e mettendo in pratica una politica di gestione personale del potere, di spartizione e lottizzazione. Quest’idea di allearsi col carnefice del nostro elettorato, noi la consideriamo masochista e contraddittoria ma abbiamo il dovere di proporre una alternativa”. E il problema sta tutto qui, nell’alternativa che Di Pietro e Vendola hanno pronta nel sacco delle sorprese che potrebbero tirare fuori in autunno. Non a caso, sabato 30 giugno, a Bari, si sono dati convegno sotto l’abile regia del molisano Di Pietro numerosi amministratori locali di centrosinistra e di centrodestra che hanno avuto come “immagine guida” il terzetto formato da Michele Emiliano, padrone di casa, Luigi De Magistris e Leoluca Orlando. I primi cittadini di Bari, Napoli e Palermo ansiosi di gettare le fondamenta di una lista civica nazionale che ripercorra il successo del movimento dei Sindaci che, agli inizi degli anni ’90, portò alle affermazioni politiche personali di Rutelli, Cacciari, Formentini, Orlando, Bassolino solo per citare i più noti (alcuni famigerati!). Una riedizione di quel movimento civico che dovrebbe affiancare il duo Di Pietro - Vendola contro il Partito Democratico. Orlando ha parlato di “una cavolata” a Bari. De Magistris, che il giorno prima era a Caserta per benedire il lavoro di associazioni culturali del territorio di diverse estrazioni politiche pronte a mettersi al servizio della società civile, non si è sbilanciato e qualche giorno addietro aveva respinto di essere il leader in pectore di questo gruppo nascente. Solo Emiliano spinge apertamente per la concretizzazione della lista perché, nonostante il dalemiano Sindaco di Bari sia la guida del Pd pugliese, è certo che sarebbe pronto a fare le valige dal partito pur di sostituire Vendola alla guida della Regione Puglia, passaggio che potrebbe avvenire solo in caso di successo elettorale della “coalizione arcobaleno”. Tutto dipenderà dal Partito Democratico dove le acque sono agitate. I moderati (ex Dc e popolari come Letta, Fioroni e Bindi) alzano la voce contro Vendola e a favore di Casini. Gli ex Ds sono orientati ad un compromesso. D’Alema, eterna promessa della sinistra, condivide lo sbarco al centro e ha messo alla porta Di Pietro. Bersani non vuole decidere in vista delle primarie ma la scelta del Segretario (Bersani o chiunque altro) rischia di scontentare qualcuno. Come finirà? Finirà che se Bersani vincerà le primarie e sceglierà Casini (per non regalare i voti dell’Udc a Berlusconi) non perderà pezzi del partito ma perderà pezzi di elettorato che finiranno a Di Pietro e Vendola. In questo caso il listone civico nazionale si farà. Se Bersani sceglierà l’alleanza a sinistra perderà Casini, pezzi importanti del suo partito lasceranno il Pd ma, probabilmente, riuscirà a vincere le elezioni. In questo caso la lista civica nazionale non vedrà luce. Carte all’aria se le primarie dovesse vincerle il “giovane” Renzi. Con lui ogni soluzione sarebbe aperta.

FAUSTO DI LORENZO

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