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lunedì 21 maggio 2012

Dall'Emilia a Brindisi, dalle elezioni alla Coppa Italia, la Repubblica delle banane domina incontrastata


NAPOLI – Questa è la Repubblica delle Banane. Archiviate le elezioni ne abbiamo preso contezza. Abbiamo archiviato anche la drammatica pagina che si è scritta a Brindisi con il funerale della giovanissima Melissa. E archivieremo anche quella relativa al terremoto dell’Emilia. Su tutto ha regnato la repubblica delle Banane che nel fine settimana ha dato il peggio di sé. Sabato mattina, non si sa ancora come, quando e perché, qualcuno ha fatto saltare un ordigno rudimentale ma efficace davanti alla scuola Falcone – Morvillo di Brindisi. E’ rimasta a terra una ragazza, studentessa di 16 anni, e altre sei compagne di scuola sono state ferite. Subito è scoppiato il finimondo. Per forza si voleva far passare l’accaduto come un atto di mafia, un gesto della criminalità organizzata. Per unire il paese, per dare l’impressione a 60 milioni di anime, di essere uniti nel dolore attorno al tricolore. Questo l’unico obiettivo della manovra propagandistica naufragata di fronte alle prime evidenze e ai primi ragionamenti. Perché mai la Sacra Corona Unita avrebbe dovuto uccidere delle studentesse? E poi la Sacra Corona Unita ha nel suo modo d’agire il metodo stragista? E per le stragi utilizza le bombole di gas o il tritolo? E l’ultima, e più interessante tra le domande, ha la forza la Sacra Corona Unita di orchestrare un colpo del genere? Inutile dare le risposte. Le avrete intuite vista la piega che hanno preso gli eventi. Il neoeletto Sindaco Consales subito ha respinto la tesi mafiosa. Gli investigatori altrettanto. Solo i Ministri della Giustizia e degli Interni, spalleggiate entrambe dalle dichiarazioni super partes del Presidente Napolitano (che subito ha lanciato l’allarme sul ritorno alla violenza e al terrorismo), hanno parlato ancora fino al pomeriggio di sabato di attacco della mafia. Addirittura qualcuno ha avanzato la fantasiosa ipotesi dell’attentato islamico. Per una cosa del genere il Governo Aznar in Spagna ha fatto una brutta fine. In Italia, paese non abituato a pensare, probabilmente aumenterà il consenso del Governo. Mentre si temeva per la vita di giovani studentesse cominciava la guerra delle carte bollate. La Dda di Brindisi e quella di Lecce si contendevano le indagini. Tocca a noi. No, le carte restano qui. Nel frattempo da Trento a Lampedusa si pregava per la vittima e per la salvezza delle sue compagne. Domenica mattina un terremoto ha scosso l’Emilia e alle 8.00 si sono aperte le urne per i ballottaggi, come previsto. La repubblica delle bananas non va mai in vacanza. Il terremoto ha mostrato al Paese i danni arrecati da questo Governo con l’ultima riforma della Protezione Civile e dell’assistenza in caso di emergenza nazionale. Le vittime di questo terremoto non riceveranno fondi dallo Stato. I mezzi usati per l’emergenza sono pochi. Perfino le tende non erano sufficienti a mettere al coperto gli sfollati che hanno trovato riparo nelle auto e in una tensostruttura sportiva di recente costruzione. Si è persa buona parte del patrimonio architettonico e artistico della zona e, dopo due giorni, il Governo deve ancora decretare lo Stato d’emergenza. Nel frattempo, a fronte di milioni di euro di danni subiti da imprese agricole e manifatturiere e dai privati, la Regione potrà immediatamente mettere la tassa sull’emergenza e aumentare il prezzo della benzina di cinque centesimi. Bananas Italia, anno 2012. Domenica sera si è giocata la finale di Coppa Italia. Sfida tra Juventus e Napoli meritatamente stravinta dal Napoli che ha rifilato due “polpette” alla squadra torinese che fa battere i cuori anche di molti tifosi nostrani, rimasti delusi. Prima della partita l’idea della Federazione è stata quella di “copiare” il sistema americano di far cantare l’inno di Mameli senza musica. La malcapitata Arisa, cantante Lucana nata Rosalba Pippa, con l’aria sbarazzina si è avviata verso la coppa ma prima ancora di cantare è stata sommersa da una marea di fischi, quelli della curva nord, tutta occupata da 30mila napoletani che, stanchi della retorica patriottarda hanno espresso il loro dissenso. Scandalo. La repubblica delle Bananas non tollera il dissenso. Schifani, presente alla manifestazione sportiva si è detto sconcertato e sconvolto dall’offesa. Rosalba Pippa il giorno seguente si è detta offesa per i fischi all’inno e ha dichiarato di essere orgogliosa di essere italiana. Lunedì pomeriggio nei programmi televisivi chiamati a commentare il voto i politici, Alemanno in testa, hanno posto come problema iniziale quello dei fischi all’inno di Mameli. Sparisce Brindisi, sparisce l’Emilia, spariscono i risultati elettorali, sparisce tutto nella repubblica delle Banane. Un paese che dice e non dice. Ad esempio, tanto per tornare a Brindisi, come mai nessuno si è posto il problema di come fa uno squilibrato a portare davanti ad una scuola di una città come Brindisi, tre bombole di gas e a farle esplodere in tutta tranquillità salvo poi essere ripreso da una misteriosa telecamera che lo mostra in pieno volto mentre aziona la bomba e scappa via. Senza contare la pubblicazione delle immagini del video prima dell’arresto, fatto che ha rischiato di rendere difficile la cattura del primo sospettato finito in Questura a dover fornire un alibi convincente per la mattinata di sabato. Lo stesso Procuratore Grasso ha fatto sapere che è stato un errore diffondere quei fotogrammi perché hanno fatto perdere il vantaggio della sorpresa alle forze dell’ordine. A finire nel mirino è un tale Claudio Strada che viene portato in Questura assieme al fratello Michele. Fuori dal palazzo si raduna la folla furiosa. Dalle 18 alle 22 si rincorrono le situazioni e le notizie. Poi intorno alle 22.30 si scopre che ci sono dei dubbi su Strada e che forse non è lui l'attentatore ripreso dalle telecamere. La verità si saprà, forse nei prossimi giorni. Ma questo è normale nella Repubblica delle Banane, un Paese dove la verità è un optional trascurabile.

FAUSTO DI LORENZO

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