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giovedì 22 dicembre 2011

Pompei, crolla la casa di Loreio Tiburtino (sotto il peso della burocrazia!)


POMPEI – Un altro pezzo di storia che se ne va. Un’altra ferita per quanti amano l’archeologia, per i turisti e per gli appassionati di arte antica. Oggi si è verificato un ennesimo crollo a Pompei. Questa volta a cedere all’incuria e al tempo è uno dei pilastri del pergolato della Casa di Loreio Tiburtino. Ad accorgersi del cedimento è stato un operatore che immediatamente ha allertato i funzionari della soprintendenza per i Beni Archeologici di Napoli e Pompei. Immediato è scattato il sopralluogo. La Casa in questione è collocata nella Regio II (Insula II). L’abitazione, come prova l’anello-sigillo rinvenuto presso l’ingresso, apparteneva a Octavius Quartio. Sul posto sono intervenuti i carabinieri per accertare quali possano essere state le cause del cedimento del pilastro. Di fatto, da domani, i turisti non potranno visitare l’area che è stata transennata e messa in sicurezza. Ricordiamo che il governo Berlusconi aveva approvato un progetto di 39 milioni di euro per rimettere in sesto la Villa dei Misteri, la Fullonica, la casa dell’Efebo e appunto il Loreio Tiburtino. Evidentemente il crollo di ieri mattina non ha atteso la burocrazia. I fondi ci sono, ma come al solito i tempi di realizzazione delle opere sono di una lentezza esasperante. E così si rischia che il sito archeologico più importante al mondo finisca schiacciato sotto il peso del sistema “burocratico” italiano. Troppe carte, pochi interventi strutturali. Pompei e le sue bellezze rappresentano l’Italia nel Mondo. Ma questo sembra interessare poco a politici ed economisti. La notizia di oggi ha riportato alla memoria quanto è accaduto circa un anno fa. Il sei novembre dell’anno scorso, infatti, è crollata la Schola Armaturarum Juventis Pompeiani (meglio nota come Domus Gladiatori). Dopo una serie di accertamenti le cause sono state attribuite alle infiltrazioni di acqua piovana. Le piogge dei giorni antecedenti il crollo avrebbero inibito il terreno e indebolito le fondamenta. Inoltre, la struttura non ha retto per la pesantezza di un tetto in cemento rifatto intorno al 1950 (cioè dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale). La Domus Gladiatori – come hanno dichiarato alcuni operatori - non era stata ritenuta una situazione a rischio e, quindi, per essa non erano stati predisposti i interventi di manutenzione straordinaria. Nemmeno era rientrata negli ultimi piani di restauri per i quali sono stati stanziati 79 milioni di euro. Di cui, come si ricorderà, il 90% per la tutela e la messa in sicurezza della città antica. Adesso però la vicenda è completamente diversa. I soldi ci sono, o meglio sono stati stanziati ma sembrano essersi “persi” nelle lungaggini delle gare d’appalto. Una “questione all’Italiana” sulla quale si preferisce non accendere i riflettori. Eppure gli scavi di Pompei rappresentano uno zoccolo duro per l’economia campana. Un settore che non conosce crisi visti i tanti turisti che da ogni parte del mondo si recano ad ammirare l’antica città romana distrutta tragicamente a seguito dell’eruzione del Vesuvio, avvenuta nell’anno 79 d. C. Il valore di questo patrimonio viene confermato dall’ennesimo record di visitatori durante il ponte di Ognissanti. Infatti, dal 30 ottobre al 1 novembre sono state contate 20.307 presenze, il 66% in più rispetto all’anno precedente.

A. F.

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