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venerdì 9 dicembre 2011

Camorra, il "Re" è nudo: arrestato Michele Zagaria


Il boss dei Casalesi Michele Zagaria, davanti la Questura di Caserta

CASERTA - “Il re è nudo”. Dopo sedici anni di latitanza è finita la fuga di Michele Zagaria. Un nome che adesso, a distanza di anni, ha un volto. Un uomo che grazie ad una fitta rete di fiancheggiatori è riuscito sempre a scappare alla cattura. Questa volta no: il super boss della camorra casalese è stato preso dagli uomini dello Sco e dai poliziotti delle squadre mobili di Caserta e Napoli. Una sinergia tra reparti speciali che ha dato i suoi frutti. E’ stato costretto ad arrendersi. Per lui non c’è stata nessuna via di fuga. Era nascosto in un bunker all’interno di un’ abitazione in via Mascagni, a Casapesenna. Quando c’è stata l’irruzione non ha opposto resistenza. Anzi, quando ha capito che non c’era scampo ha chiesto agli agenti di fermare i martelli pneumatici perché altrimenti lo avrebbero ucciso. Poi l’ironia di chi a lungo ha preso in giro le forze dell’ordine: “Ha vinto lo Stato, – ha detto – avete vinto voi”. Una battuta ironica prima di uscire allo scoperto, prima che fotografi e reporter potessero vederne i lineamenti, dare una identità al numero uno dei Casalesi. Per gli inquirenti non è stato facile il riconoscimento. Di lui si aveva solo una vecchia foto segnaletica e un identikit elaborato più di un anno fa dalle forze dell’ordine. Difficile seguire le sue tracce visto che non aveva una famiglia, una compagna e degli affetti solidi. L’ultimo capo dei capi viveva da misantropo. Uno status che gli ha facilitato la latitanza. Era un’ombra che si aggirava nelle strade strette di Casal di Principe, Villa Literno, San Cipriano d’Aversa e Casapesenna. 

Da sinistra a destra Michele Zagaria, l'ultima foto segnaletica, la ricostruzione digitale dell'identikit e il vero boss nella segnaletica dopo l'arresto.

Senza muoversi da casa impartiva ordini agli affiliati, gestiva gli interessi del gruppo malavitoso e l’immenso patrimonio economico del clan. Ed è stato proprio trovato in un bunker ricavato sotto una villetta al centro del paese. Non in una località esotica o in un paradiso fiscale. Per lui nessuna spiaggia da sogno, soltanto un cunicolo stretto e buio per potersi nascondere ed evitare così di finire con le manette ai polsi. Dovrà scontare un ergastolo. Inoltre, è accusato di associazione camorristica, omicidio, estorsioni e altri reati. Tutti contestategli nel corso degli anni. La sua cattura non è una vittoria per lo Stato, ma “La vittoria”. Con la detenzione di Zagaria resta poco della cosca messa in piedi da Francesco Schiavone e Francesco Bidognetti. Prima l’arresto di Antonio Iovine e, adesso, quello del numero uno hanno indebolito definitivamente il gruppo criminale. Nei giorni scorsi in cella ci sono finiti i fratelli del boss. Tutti dentro. Tutti sotto processo. Oggi un grande epilogo dopo anni di indagini, ricerche appostamenti e un centinaio di arresti volti a indebolire le fondamenta del gruppo criminale. Nel mosaico mancava il pezzo più importante, ossia il deus ex machina dei Casalesi. Oggi la camorra ha subito il colpo più duro: quello decisivo. Ha ragione il boss: lo Stato ha vinto e lo ha fatto in grande stile. Sul posto, oltre al questore di Caserta Giuseppe Longo, si sono recati l'aggiunto di Napoli Federico Cafiero de Raho, che è coordinatore della Dda, e il questore di Napoli Luigi Merolla. Pronti a brindare dopo anni di estenuanti ricerche.

Assunta Ferretta

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